Non voglio piangere la tua scomparsa,

perché tu sei il primo essere che mi hai insegnato a sorridere.

Non voglio pensare che il nostro rapporto sia finito per sempre,

perché so che tu sei e sarai eterno.

Voglio credere che la morte sia solo un breve passaggio,

perché sono convinto che mi aspetterai di là e non vedrai l’ora di incontrarmi e di farmi le feste.

Fa male questo momento, perché mi manchi come l’aria e le mie lacrime sono un fiume in piena senza fine,

ma ho bisogno di imparare da te,

non ti ho mai visto triste,

non ti ho mai visto piangere,

non ti ho mai visto arrabbiato. Hai mostrato sempre la tua forza e io non voglio essere debole.

Mi manca la tua ombra, il tuo russare, le tue rughe, la tua goffaggine, ma so che prima o poi ti rivedrò.

Sei stato il mio vero compagno di avventure, di giochi e ora chissà dove sei, forse vicino a me, come sempre e voglio pensarti vicino a me.

Ti prometto che smetterò di piangere, perché non meriti la mia sofferenza, ti prometto che tornerò a sorridere, perché non meriti la mia tristezza.

Accetterò tutto questo dolore perché voglio buttarlo via e sperare di lasciar spazio ai miei ricordi, quelli più belli vissuti con te.

Veronica Cucco

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Col bulldog non solo ci si parla, ma ci si fanno discorsi interi, è vero o no?

Io con i miei strillacci, prediche, parole dolci. Ho sempre detto che il bulldog è come un bambino che non crescerà mai, il bulldog è anarchico, i miei anche insurrezionali. Oggi Giacomo mi ha fatto capire che era ora di lavare le coperte e lui che non fa mai la pipì in casa, le ha bagnate tutte. Ora avete presente quando la maestra vi faceva la predica da piccolini e voi rimanevate con la testa bassa e qualcuno alla fine scoppiava a piangere? I bulldog sono così, gli fai la predica che la pipì non la devono fare in casa e loro che fanno? Capiscono tutto, li vedi che tremano, con la testa bassa, fiji de ‘na bona donna. Il bulldog è un cane che scende a compromessi, se decide di voler qualcosa si incazza, Frank è uno di quelli, comincia ad abbaiare, a saltarti addosso, ma supponiamo che quella cosa ancora non puoi dargliela, che so la pappa, il gioco, perché ha appena mangiato, allora lo devi distrarre con parole e gesti, lui capisce cinque secondi esatti ti asseconda e poi ricomincia. Testardi come i muli. Tutti i cani di casa addomesticati dai padroni hanno dei comandi precisi: “A CUCCIA!” li vedi sedersi delicatamente bravi, precisi. I bulli? Seduto! Mi raccomando non alzate la voce che si indispettiscono e si offendono, lo sapete quanto sono permalosi, funziona? Col biscottino in mano sempre, “niente biscottino, niente seduto mamma tu attaccare al tram!” Ci fosse una cosa che fanno per farti felice, non assecondano nulla di quello che gli chiedi. Un altro comando per i cani “vieni”, noi con i bulldog: “tesoruccio della mamma andiamo a fare una passeggiatina?” Non vi dimenticate la voce cretina. 

Prendi Giacomo, adora uscire di casa, lo capisce da come mi comporto i primi tre secondi, inizia ad aspettare perché noi donne abbiamo tempi lunghissimi, un passo io un passo lui e si siede poi comincia a farsi delle domande, lo capisci perché sculetta e saltella, ma ancora non tanto. Arriva il momento fatidico, se non dico nulla torno a casa e trovo dispetti di ogni tipo, letto tutto per aria, Frank che me la fa ad ogni angolo, io ho due mocio che uso entrambi sempre. Giacomo che si gratta fino a farsi male. Devo fare la predica anche con la voce carina: “mi raccomando mamma torna subito, fate i bravi, mi raccomando”. Loro si mettono fermi seduti e aspettano. Viceversa se decido di portarli con me fanno i pazzi, saltano, piroettano. Oggi per esempio oltre ad essermi arrabbiata per la pipì, non sono riuscita a far uscire il pigrone, quando gli pare di Giacomo, perché pioveva e faceva freddo, a nulla sono valse le mie parole, ma io ci parlo come se fosse una persona, se mi dovessero rinchiudere in manicomio ora sapete il perché.

Perché sicuramente la mia vicina sente tutti i discorsi che io faccio con loro, tanto sono discorsi, che se anche capiscono perfettamente perché lo si vede dalle loro espressioni uniche del loro genere, i buldog faranno sempre quel che cazzo pare a loro. Io li amo per questo.

W I BULLDOG

Veronica Cucco

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Appurato che il bulldog non è un cane, anche se appartiene alla specie dei canidi, ma fa di tutto per non assomigliargli proprio, come? A parte che chi ha un bulldog già lo sa come, se ne accorge poco dopo che è entrato in casa, ma andiamo per gradi.

Entra timidissimo, sembra quasi impaurito del nuovo ambiente, tu cerchi di rassicurarlo, lo tieni spesso in braccio come i figli appena nati, che fate per non farli piangere? Li tenete perennemente in braccio, così col cavolo che la notte dormono da soli, allora che fate li mettete in mezzo a mamma e papà così non si dorme lo stesso, perché? Perché la paura di acciaccarli col proprio corpo è notevole. Il bulldog entra in casa che ha già il suo letto pagato anche duecento euro, per un cane prestigioso, ci vuole un letto prestigioso. Ho tra i miei contatti un ragazzo che addirittura ha fatto costruire una recinzione, ma dovete vedere quant’è bella, perché? Perché spera che si possa abituare immediatamente ai suoi spazi. Il bulldog volendo si abitua pure agli spazi che decidete di dedicargli, ma il problema siete voi, sì proprio voi! Quell’ammasso di rughe che continuamente stropicciate, solo a nominarle avete già l’astinenza, dite la verità vi state girando intorno per vedere dove sta e toccargliele, sono una terribile calamita, quando loro sono per i fatti propri, voi che fate? Andate là e gli rompete i coglioni, vocina cretina e tanti bacetti, io sono uguale eh! Carezze e spupazzamenti quasi maniacali. Continuamente si cerca il contatto con loro. Ho conosciuto tantissime razze di cani e anche tanti meticci, mi credete se vi dico che il bulldog è il più approfittatore tra i cani? Loro conoscono perfettamente i nostri punti deboli, il primo è il contatto, abbiamo un fottuto bisogno di toccarli. Mi vuoi toccare? Bene allora dormo con te! Sono poche le persone che resistono e io non li ammiro, perché non sanno cosa si perdono.

Con il bulldog ti plasmi e non puoi più farne a meno, loro potrebbero abituarsi a vivere con sofferenza lontano da te, ma siamo noi i primi a volerli al nostro fianco, perché diventano una presenza costante della nostra vita. Diventa uno scambio alla pari, io ti faccio toccare le mie cicciosità e tu in cambio mi dai il divano, il letto, il bagno, sì pure il bagno, perché qualcuno di voi non li fa entrare? A me buttano giù la porta, il bagno è troppo ambito e non si capisce perché, hanno la fissa che devono asciugarti le gambe appena esci dalla doccia o dalla vasca, poi Frank sta in fissa con il rotolo di carta igienica finito, loro sono uno standard in tutto, tutti uguali. Puoi avere casa enorme, loro sono perennemente attaccati a te e tu di questo sei profondamente orgogliosa/o. Io non so chi di voi è single, io sì grazie ai miei bulli, chi ha coraggio di far entrare un uomo in camera con Frank geloso del suo posto e Giacomo sulle mie gambe? Secondo me non lo farebbe dormire, Io ho il problema peli, nel senso che cerco di comprare abiti dove non si attaccano, ma i maglioni di lana? Credetemi non so più come toglierli, aspirapolvere, spazzola adesiva, niente pulisco costantemente casa, ma i peli non finiscono mai, come l’amore per i bulldog .

W I BULLDOG

Veronica Cucco

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Molte volte mi sono chiesta se ho qualche sindrome, la prima che mi viene in mente è quella della crocerossina, ma si mi metto tutti i giorni in discussione, fa bene mettersi in discussione. Io lo faccio provando ad osservarmi dall’esterno, provando a paragonarmi con gli altri. Perché secondo voi ho diecimila follower? Perché sto ancora cercando di mettermi in discussione, ma più entrano follower e più mi rendo conto di essere normale, non esagerata nei confronti di due bulldog, sì , sì sono normale, sono loro strani ed esigenti, è uno scambio alla pari tra me e i bulldog, io soddisfo tutte le loro esigenze e loro in cambio mi danno tutto quello che nessun altro essere sulla terra è riuscito a darmi. Però credevo davvero di essere malata, fino alla puntata di ieri, lasciamo stare il personaggio famoso, non seguo nemmeno il calcio, ma quel giocatore della Juve mi ha fatto capire che il bulldog ti porta ad essere così e non te ne frega un cazzo di essere così pieno di apprensione, di continue giustificazioni, di protezione maniacale. Penso a un dirigente d’azienda che ha un bulldog, sono sicura che impiega meno tempo ad selezionare un dipendente che un dog sitter, ragazzi ma mettereste mai in mano il vostro bulldog ad un perfetto sconosciuto che vi dice che ha tanta esperienza con i cani? Io no! Mi è successo, gli tendo le trappole del tipo affermazioni strane:

“Me raccomando se passi davanti alla macelleria pija un po’ de ossa che je fanno bene quelle fine che se rompono facilmente!”

Oh se conosce i bulldog, non i cani, i bulldog, deve dirti che sei scema le ossa gliele dai te io sta responsabilità non me la pijo!

Bernardeschi dopo la notizia della chiave dell’auto ingoiata da Wendy, si è rinchiuso nel bagno e lo capisco, mi immagino tutti quelli che hanno altri cani lo avranno preso per un matto che , invece di festeggiare che fa? Si chiude in bagno pensando alla sua bulla Wendy, se fosse successo qualcosa alla sua ragazza col cazzo che si chiudeva in bagno, ma questo non lo capiranno le persone che non possiedono un bulldog, no! Solo noi malati di bullite acuta ci capiamo da soli, sono sicura che il giorno dopo lo scherzo chissà quanti gli hanno scritto prendendolo per un pazzo, ma qui abbiamo un esercito di innamorati folli della razza che urlano che lui è normale e umano, molto più umano di un umano grazie proprio ai bulldog.

Poi parliamo della reazione col veterinario, ammirevole! Già noi entriamo ansiosi a prescindere anche se non hanno nulla, abbiamo l’ansia che possano sempre avere qualcosa che non hanno manifestato, il bulldog ha anche questo difetto, non ha sintomi, ne ha solo uno se non scoreggia, preoccupatevi, ecco, oppure se non vi rompe le scatole mentre mangiate, sta male, ha la febbre da cavallo. Insomma è un abitudinario se cambia abitudini preoccupatevi. Quindi Bernardeschi ha tutta la mia solidarietà, è uno scherzo brutto, ho avuto l’ansia al posto suo, mi immaginavo io lontana, impossibilitata a raggiungere i miei cani in difficoltà. Poi parliamo pure di quel cretino che offendeva in auto i suoi cani? Noi sappiamo che era uno scherzo, ma quante volte abbiamo sentito dir quelle cose per davvero da perfetti sconosciuti? Più fanno così e più la nostra protezione nei loro confronti aumenta, è come se a vostra figlia dite di lasciare il suo fidanzato, peggio! Quella si innamora ancora di più, forse siamo legati a loro perché abbiamo contro i rosiconi che non li possono avere, quelli che hanno paura dei cani, quelli che sono allergici, fobici, antirazza, anticane, anti tutto. E si sa che più fate così e più noi ci ammaliamo d’amore incondizionato.

Esistono i cani e poi lasciatemelo dire ESISTONO I BULLDOG!

W I BULLDOG

Veronica Cucco

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Oggi parliamo di tutti quei figli che hanno imposto ai loro genitori un bulldog… già ridete eh? Beh io vi immagino quanto vi siete prostituiti per mettere un bulldog dentro casa. All’inizio questo sogno ve lo tenevate solo per voi, perché prima bisognava preparare il terreno fertile, i genitori giocano un ruolo importante in casa, sono quelli che badano al bullo quando voi non ci siete, non solo devono imparare ad accoglierlo, ma dovranno poi essere in grado di soddisfare tutte le loro esigenze.

Preparare il terreno fertile vuol dire apparire il miglior figlio che si possa avere:

“A ma che te serve? Devo uscì hai bisogno de qualcosa?”

Tua madre ormai abituata a far tutto da sola, si sorprende delle tue parole, a tal punto che esclama:

“Che droga piji? Fija mia nun me fa preoccupà, che so tutti sti arruffianamenti?”

Tua madre non è stupida, ti ha cresciuta lei e ha già capito che qualcosa bolle in pentola. I giorni passano e durante quei giorni cominci a mettere foto di bulldog sullo schermo del telefonino, video che mostri al genitore che comanda di meno, tuo padre, ti serve un complice in casa, insomma ti lavori a lungo questi due anziani che nella loro vita non hanno mai avuto un animale, mai! Inizi con la prima proposta, per sondare il terreno:

“A ma, quest’anno me vojo fa un regalo strano, un chihuahua!”

“E che è? Oh io dai cinesi non ce vengo!”

“A ma er chihuahua è un cane piccolo piccolo!”

“Si così te frullo dalla finestra a te e ar cane!”

Niente il muro è insormontabile, cominci a studiare tutti i difetti dei tuoi genitori su cui poter far leva, ma prima devi portare il cucciolo a casa, dopo mesi di preparazione e ricerca eccotelo finalmente che arriva! Tu sei convinta che ti odieranno talmente tanto all’inizio che non vi parlerete per giorni, soffrirai i musi lunghi, ma sai che quell’ammasso di ciccia pelosa che sta per entrare li conquisterà uno ad uno fino a farli morire di gelosia o del “guai a chi me lo tocca”.

Purtroppo averglielo chiesto non è valso a nulla, il bulldog si impone per poterlo conoscere meglio ed imparare ad accettarlo.

Prima dell’arrivo in casa, hai già nascosto tutte le sue cose nuove, anche il cuscino con la cuccia, camera tua è un campo minato, guai a chi entra, la camera è pulitissima, non deve toccare niente nessuno altrimenti scoprono tutto. Trattieni una gioia immane in casa è dura far finta di nulla.

Aspetti il giorno in cui sono fuori un paio d’ore per andarlo a prendere e farglielo trovare in casa. Le morse allo stomaco, le mani fredde, la tensione a mille: “oddio stavolta c’ammazzano Ettore!”

Le chiavi nella serratura, eccoli stanno entrando, segno della croce, il bulldog bisogna imporlo per capirlo, altrimenti non si decide mai di prenderlo.

Apre la porta, buste della spesa che cadono a rallentatore a terra con la borsa e tutte le cose dentro che escono, il tuo istinto è lasciare il cucciolo in terra e cercare di spiegare in cinque secondi tutto quello che tua mamma con le mani nei capelli sta cercando di capire cosa hai portato in casa:

“Ma che è sto coso?”

Silenzio, tuo padre inizia a ridere non si sa perché, forse per la lite tra te e tua mamma che sta per scoppiare, o forse è attratto da Ettore, speriamo!

“Te che te ridi?”

“Oh è buffo, ma è un cane?”

Finalmente tuo padre ti regala una parola di conforto quasi tra le lacrime rispondi:

“Si papà è un bulldogghe inglese!”

Tua madre deve ancora urlare, ma tu cerchi di aiutarla e di distrarla con ogni mezzo:

“A ma aspetta, te prego non urlà che sono molto sensibili, famme una cortesia, te prego ascortame, damme quarche giorno de tempo, se proprio non lo sopporti, me so accordata co l’allevatrice che glielo ridò indietro, massimo cinque giorni, non te chiedo altro!”

Bene arrabbiatissima, ma sei riuscita a scendere ad un compromesso, tua madre è convinta che tra cinque giorni quell’ammasso di peli se ne va da casa, tu in quei cinque giorni dovrai aprire un mondo e una prospettiva meravigliosa ai tuoi genitori, presentando al meglio il bulldog, ma lui, il nostro eroe Ettore ha già capito tutto e indovinate a chi va a rompere il cazzo? A tua mamma! Inizia con i lacci delle scarpe, corre davanti ai suoi occhi per poi cadere come una pera cotta, la donna dura tutta d’un pezzo comincia con la bocca serrata a muovere le labbra cercando di soffocare una risata, niente il nostro Ettore ce la sta mettendo tutta, riesce perfino ad addormentarsi sulle scarpe di tua mamma, forse ha già capito anche lui che la mamma è il capobranco. Tuo padre non proferisce parola, si gode con lo sguardo il cucciolo, cerca di chiamarlo, ma non lo caga. Ettore fa passi da gigante, non abbaia, è educato, bussano alla porta e lui si fa sentire. Tua mamma capisce che un cane potrebbe farla stare più sicura in casa, visto che ormai sono diventati anziani, ma questo pensiero se lo tiene per se, è ancora convinta che tra qualche giorno uscirà di casa per sempre…

Era rimasta in silenzio per cinque giorni e tu sei pronta a giocarti l’ultima carta:

“Ettore saluta tutti, che tornamo a casa!”

“Andò lo porti, mo questo porello s’è affezionato, do lo porti?”

“A ma se nun lo voi troverà qualcuno che lo vole, ce sto male pure io!”

“Vabbè ma mo lascialo! Se fa danni li paghi te però eh?”

Il tuo cuore comincia a scoppiare di gioia, lo sapevi, te l’avevano detto in tanti che sarebbe riuscito a conquistare anche i più aridi d’amore e ora guai a chi glielo tocca! Inizi a fare diecimila promesse, che sarai una figlia perfetta, precisa ordinata e che penserai te a tutto quello di cui ha bisogno il cucciolo. Questo è stato il giorno più bello della tua vita, il problema lo sapete qual è? Che purtroppo quella che odiava i cani, diventa non solo possessiva nei confronti del cucciolo, ma lo sente anche suo, perché passa la maggior parte della giornata con lei.

Cinque giorni sono bastati per far innamorare anche un cuore di pietra, il bulldog è una drogra, anche la mamma è stata colpita dalla Bullite Acuta!

W I BULLDOG

Veronica Cucco

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